mercoledì 30 marzo 2011

BACK TO ZAHI AGAIN

Scrivo questo intervento da Los Angeles. Sarà per questo motivo che il titolo mi è venuto spontaneamente in inglese? Chissà…
Stanotte (ci sono nove ore di differenza dall’Egitto e dall’Italia) sono stato svegliato da un SMS di Isabella che mi comunicava la notizia che Zahi è nuovamente Ministro delle Antichità. Ne ho avuto conferma sul link di Ahram On line. Il sondaggio fatto su questo blog è così risultato profetico. Non ci voleva molto. Diciamocelo francamente. Ora come ora Zahi è l’unica persona che può reggere il peso di una situazione complicata come quella odierna.
Si può dire quello che si vuole su Zahi, ma nessuno ha la sua energia e il suo carisma. Purtroppo, da quando ha dato le dimissioni, ne ho sentite veramente tante. Molte critiche sono arrivate proprio da persone che fino al giorno prima lo avevano osannato e avevano ostentato con sussiego e superiorità una conoscenza personale. Che schifo e che pena! Ma perché certa gente non se ne sta zitta? Sono sicuro che ora quelle stesse persone torneranno a osannare Zahi e a dire “L’avevo detto che sarebbe tornato. Meno male”.
Intanto Zahi ha rilasciato un comunicato sulla situazione delle antichità nell’area archeologica di Dahshur e dintorni. I timori da me espressi nel mio precedente intervento sono purtroppo risultati più che fondati. Nel corso della visita è stato possibile accertare che almeno un cimitero e una moschea sono stati costruiti su monumenti più antichi. Situazioni simili sono segnalate anche a Lisht, Saqqara, Abu sir e Giza.
Alcune antichità trafugate dal Museo Egizio del Cairo sono state recuperate. Secondo quanto racconta lo stesso Zahi i ladri hanno tentato di venderle a Khan el-Khalili. E dove sennò? Le hanno proposte al proprietario di un negozio che ha offerto Leg 1500,00. Soltanto quando i ladri hanno sostenuto che valevano molto di più perché venivano dal Museo del Cairo il commerciante ha chiamato la polizia. Si tratta di alcuni reperti trafugati dalla Stanza P 19, dove si trovano le statue di divinità pubblicate da Naville. Mi sorge spontaneo e subitaneo un pensiero. Se i ladri avessero accettato l’offerta di Leg 1500,00, cosa avrebbe fatto il commerciante?
Zahi è fiducioso di riuscire a recuperare tutto quello che è stato trafugato. Mancano ancora all’appello trentasette oggetti. Alcuni del tesoro di Tutankhamon. Interessante notare come tutte queste informazioni Zahi le ha date quando non era ancora stato (ri)nominato ministro. Evidentemente non ha mai cessato di sentirsi tale.
Concludo con una notizia che il Corriere.it ha appena battuto e che mi ha allargato il cuore. Alcuni docenti della Statale di Milano e della Bocconi sono indagati per avere manipolato concorsi universitari. Che sia la volta buona che cominciano a fare piazza pulita di certa gente? Come diceva il buon vecchio Bracardi: “In galera… In galera!”. Ma stavolta davvero. Nessuno escluso.

2 commenti:

Laura Mari ha detto...

Purtroppo in Italia non c'è certezza della pena!!! Vedremo un pò quel che succederà. Intanto riprendiamoci il buon vecchio Zahi.
P.s: La mia insegnante di Egittologia a Firenze anni fa riferiva che soffrisse di cuore, è vero?
Laura

Francesco Tiradritti ha detto...

Cara Laura,

a quanto ne so, Zahi ha qualche bypass. Sul numero non c'è accordo. Si dice che ne abbia cinque. Boh?!?
Lo so anch'io che, purtroppo, non c'è certezza della pena in Italia, ma mi sembra che le cose si stiano muovendo. C'è bisogno di chiarezza e onestà nei concorsi...