venerdì 25 marzo 2011

THE GURNAUY JOB

Sono passati dieci giorni dall’ultima volta che ho scritto in questo blog. Chiedo scusa. E’ che mi sono preso una piccola vacanza da tutto e da tutti. Sono andato con mia moglie a Madrid per un fine settimana. L’egittologia è stata limitata alla passeggiata finale per il centro città. Siamo infatti partiti dal Tempio di Debod, donato alla Spagna per l’aiuto profuso nel salvataggio dei templi in Nubia e ricostruito in un giardino a non molta distante dal Palazzo reale.

Il Tempio di Debod al tramonto
Riprendo questo blog da Los Angeles dove sono arrivato ieri. Sono atterrato all’aeroporto di Atlanta e le prime pagine dei giornali erano piene delle fotografie di Elizabeth Taylor, morta in questi giorni. Furoreggiavano quelle in cui vestiva gli abiti Cleopatra, nell’omonimo film di Mankiewicz. 

Liz Taylor - Cleopatra in una scena dell'omonimo film di Mankiewicz

Oltre i due Oscar che ha vinto, Elizabeth Taylor avrebbe forse meritato anche una laurea in egittologia honoris causa. Il modo in cui ha interpretato Cleopatra ha condizionato la percezione corrente che abbiamo di questo personaggio storico in modo tale da condizionare anche la descrizione che ne viene data in molti studi a lei dedicati. Sarebbe interessante una ricerca psico-sociologica sull’influenza che ha avuto Hollywood sulle materie storico-archeologiche. A mio avviso ne risulterebbero un mucchio di sorprese. 
Non posso non pensare ai giochi del destino. Mi trovo negli Stati Uniti invitato a tenere alcune conferenze. Qui a Los Angeles me ne hanno chiesta una su Iside e, tra le diapositive che avevo scelto ce n’è appunto una di Liz Taylor con un prezioso basileion sulla testa. 

Il sondaggio su chi doveva essere il nuovo ministro delle antichità egiziane si è concluso. Senza grandi sorprese ha stravinto Zahi Hawass con il doppio dei voti rispetto a Sabri Abd El-Aziz. Ritengo che sul risultato abbia pesato soprattutto la notorietà di cui entrambi godono qui in Italia. 

Al di là di questo, la situazione in Egitto rimane abbastanza grave. Manca ancora un vero controllo di polizia, soprattutto per quello che riguarda i siti archeologici. E non è soltanto una questione di tombaroli. Mi sono giunte voci che non pochi egiziani hanno approfittato della situazione per espandere campi e costruire case abusive su terreni di proprietà delle antichità. 
Grazie a Isabella ho notizie di prima mano sul furto perpetrato ai danni degli scavi attualmente in corso tra le rovine del tempio funerario di Amenofi III sulla riva ovest di Luxor. Invece delle Austin Mini Cooper rese famose dal celeberrimo film “The Italian Job” (chi on si ricorda l’inseguimento per tutta Torino nella versione del 1969?), qui è stato utilizzato uno dei minibus che servono da taxi per il trasporto dei Gurnauy (gli abitanti di Gurna). I ladri dovevano essere una dozzina. Di più, in un minibus gurnauy non ci si sta. Tra i ladri c’era anche un “doktur” che, in questo caso, era qualcuno che si era procurato il cloroformio con il quale sono stati addormentati i guardiani. Un altro sembra sia stato sopraffatto mentre portava il tè ai colleghi (anche questo è molto “gurnauy”, pure troppo…). I ladri hanno portato via la parte superiore di una statua di Sekhmet e il viso di una statua reale che, insieme ad altri preziosi reperti, conservati nel magazzino che la missione diretta da Hourig Sourouzian ha fatto costruire direttamente sul sito. Già l’indomani i responsabili del furto erano stati individuati e riacciuffati. I nomi di tre sono noti. A quanto afferma la stampa sono stati processati per direttissima e condannati a quindici anni di carcere. 
Non è il primo tentativo di rubare una statua di Sekhmet. Pochi anni or sono alcuni ladri avevano ne prelevato una dal Tempio di Mut a Karnak e, dopo averla caricata su un pick-up, tentavano di farla uscire illegalmente dal paese. Anche in quell’occasione però erano stati catturati. E’ forse meglio non toccare le effigi di Sekhmet che, non dimentichiamolo, era colei che Ra aveva mandato a vendicarsi degli uomini.

Ho molte cose da raccontare. Spero di riuscirci tra una conferenza e l'altra... 

1 commento:

Maria ha detto...

Nel'anno 1963 dopo finire il film Cleoapatra Lyz Taylor é andata a Parigi per aprire con la sua presenza il corso del "College de France" invitata per Yoyotte. Ci sono testimoni dei giornali d'allora. É stato pure polemica la situazione

Maria