giovedì 24 febbraio 2011

L’AMORE ALL’OMBRA DELLA CIMA 1

Sono di ritorno da un rapido viaggio. L’avventura dietro all’angolo. Ve lo racconterò presto. Vedrete che ne vale la pena. Ecco intanto la prima puntata del tanto promesso romanzo d’amore. Perché lo scrivo? Lo capirete alla fine. Alcuni di voi lo capiranno anche prima. Buona lettura (mi auguro).

Riva ovest di Luxor. Pomeriggio d’inverno di qualche anno fa. Il sole è tiepido e la luce è dolce, carezzevole e sonnolenta. Un uomo (che chiameremo Leonardo) e una donna (che chiameremo Roberta) si inerpicano per le pendici di una collinetta alla base delle propaggini orientali dell’altopiano libico: la Montagna tebana, la Cima. Leonardo precede di qualche passo Roberta che arranca impedita da una lunga gonna. Giunto quasi alla meta Leonardo si volta e guarda la vallata che si stende qualche decina di metri più in basso. Il deserto finisce d’improvviso e dà sfogo a una distesa di campi. Il verde brillante della canna da zucchero è preponderante sul marrone dei terreni ancora umidi appena seminati. L’aria è abbastanza tersa e lo sguardo riesce a superare il Nilo, Luxor e a spingersi fino ai rilievi montuosi del deserto orientale. E’ veramente un pomeriggio che mette voglia di vivere. Anche il fresco dei giorni scorsi sembra avere dato una tregua.
Leonardo guarda Roberta che incespica per l’ennesima volta sull’orlo della gonna e si chiede perché non rinunci a quell’abbigliamento scomodo e un po’ fuori moda. ‘Contenta lei.’ Roberta alza la testa e sorride. ‘Non male.’ pensa Leonardo. Ancora non ha capito bene se Roberta gli piace davvero oppure no. E’ così. Ci sono donne che a volte ti piacciono e a volte no. Ma per questo tipo di ragionamenti c’è tempo. Ora bisogna trovare la tomba che interessa a Roberta. Leonardo glielo ha promesso. Ci dovrebbero essere tracce di un riuso da parte di un eremita copto. Non che a Leonardo gliene freghi qualcosa dei copti. E’ che le giornate dopo lo scavo vanno pure impegnate in qualche modo. Leonardo riprende la salita.

"Il deserto finisce d’improvviso e dà sfogo a una distesa di campi..."
Roberta ha capito che Leonardo la stava valutando. Si è soffermato troppo a lungo sulla gonna lunga aspettando che si alzasse. ‘Eccolo. Si sarà ancora chiesto perché vado in giro così. Che rottura… Ma perché non si fa gli affari suoi? Chissà se ha mai sentito parlare del complesso dei fianchi abbondanti. Io sì. Me lo ritrovo davanti ogni volta che mi sveglio la mattina. E’ quasi una benedizione che in albergo non ci siano altri specchi che quelli sopra le cassettiere. Troppo piccoli per riflettere la figura intera. Ma guarda cosa vado pensando… Speriamo di arrivare presto. Anche queste scarpe non sono adatte per pendici di sabbia e sassi. Avrei forse dovuto portarmene di più comode.’
“Dovrebbe essere questa!” urla Leonardo indicando un buco nel terreno.
“Quella? Ma è soltanto un buco”. Risponde fermandosi Roberta. Guarda Leonardo e trova che non sia poi così male. Il corteggiamento appena accennato che le ha fatto nelle settimane che hanno preceduto la partenza era stato un po’ goffo, ma niente affatto spiacevole. Lusinghiero, anzi. Ora poi, con quella barba di qualche giorno, ha anche acquistato un po’ del fascino del disgraziato ‘… e io adoro i disgraziati. Soprattutto se dirigono una missione di scavo.’
“Beh. Se vieni quassù ti rendi conto che il buco è nel soffitto di una tomba che sembra ancora piena di detriti”.
“Allora non può essere quella. La pubblicazione dice chiaramente che è accessibile, decorata e con graffiti copti sulle pareti”. Roberta raggiunge Leonardo sul bordo del buco che appare proprio essere un buco.
“Va bene. Vado a verificare, anche se a me sembra proprio piena di detriti.”
“Vengo anch’io.”
“Dove credi di andare con quella gonna e quelle scarpe?” la guarda trattenendo a stento una risata.
“Ma è un salto di neanche un metro.” ‘L’ho visto. L’ho visto. Stavolta era chiaro. Mi ha guardato le tette. Me le ha proprio guardate. Soppesate. E qui non ho nulla da temere. Mi sa proprio che gli piaccio.’.
“Aspetta qui. Se è interessante ti chiamo.” E Leonardo salta dentro il buco, si accovaccia e sparisce al di là del bordo. ‘Ma che razza di maschilista. Lui agisce e io aspetto. Sarei potuta entrare anch’io senza problemi. Ma forse lo ha fatto perché non vuole che mi faccia male. Si prende cura di me. Disgraziato d’aspetto, gentiluomo d’animo. Non male.’
“Qui non c’è niente. Anzi, no… ” la voce di Leonardo arriva da un punto indistinto sottoterra.
 “Allora?”
“E’ piena di cocci. Mi sembrano tutti di epoca romana o copta.”
Leonardo si è dimenticato di portare una torcia elettrica. Chiude gli occhi e li riapre per farli abituare alla penombra. Cumuli di cocci ovunque. Si spinge ancora più in fondo, preso da una sempre maggiore curiosità. Avanza a tentoni, facendo bene attenzione a dove mettere i piedi. Non sarebbe né il primo né l’ultimo a cadere in un pozzo e a fratturarsi qualcosa.
“Allora?” ripete Roberta da fuori. La sua voce è sempre più distante.
“Niente. Non c’è niente. Torno subito indietro” risponde Leonardo che intanto compie ancora qualche cauto passo in avanti. E qui è costretto a fermarsi. La debolissima luce che ormai proviene dal buco rischiara un cumulo di cocci che ingombrano tutto lo spazio fino al soffitto. Un rumore di pietrisco smosso alle sue spalle lo blocca proprio quando ha ormai deciso di tornare indietro. Un animale? Si volta verso il buco ormai distante più di una decina di metri.
“Roberta?” nessuna risposta. Il rumore si ripete ancora. Viene da un angolo buio tra Leonardo e il buco. ‘E ora?’.
“Roberta?” nessuna risposta. Nessun rumore. ‘Che le sarà successo?’. Tanto vale riguadagnare l’uscita. ‘E che animale potrà mai essere? Un cane? Una volpe? Hanno più paura loro di noi che noi di loro. Se mi tengo contro la parete opposta dovrei riuscire a uscire senza disturbarlo. Ci mancherebbe proprio di essere azzannato …’
Passo dopo passo, l’orecchio teso, Leonardo cerca di riguadagnare l’uscita. Raggiunge il cumulo di detriti sotto il buco e chiama ancora.
“Roberta?” nessuna risposta. Dietro di lui, il rumore di detriti smossi si ripete. Vicinissimo stavolta. E si ripete ancora. Sempre più vicino. Leonardo stringe un pugno, si volta piano piano e si trova davanti: Roberta! ‘Maledetta!’
“E tu che ci fai quaggiù?” Roberta ride.
“Mi ero stancata di aspettare ed ero curiosa…” Roberta fa un altro passo, incespica e quando rialza la testa il suo viso è molto vicino a quello di Leonardo.
“Visto che non c’è nulla?” dice Leonardo. Subito si ricrede, però. Qualcosa c’è. Glielo dicono gli occhi di Roberta che ora lo guardano fisso da una distanza di poche decine di centimetri.
“Ci sono soltanto …” Leonardo non conclude la frase perché, prima di poterlo qualcosa di imperioso gli scatta dentro. Prende Roberta per le spalle e avvicina il suo viso a quello di lei. Roberta piega le testa leggermente verso destra “No. Non…” ma poi si lascia raggiungere. Le loro labbra si cercano, si trovano e si uniscono.
Roberta e Leonardo si baciano. Nella tomba. Tra i cocci. Avvolti da un leggero odore di ammoniaca.

(Continua)

6 commenti:

Unknown ha detto...

Un pensiero si affaccia prepotente nella mia mente: lo sapevo che dovevo fare l'Egittologa (da leggersi con la dovuta ironia, ma non troppa...) !

Professore, senza nulla togliere alle sacrosante motivazioni che l'hanno indotta a scrivere su questo blog, il suo stile narrativo ha la potenza di un vulcano in eruzione!
Attendo il seguito con impazienza.

annibale ferrari ha detto...

ammoniaca...professore! non se la sarà mica fatta addosso?!
e mi perdoni l'ardire, ma confontandolo al suo stile narrativo Moccia meriterebbe il nobel

Unknown ha detto...

Eheheheh !!!
Cominciano ad arrivarmi mail che chiedono chi siano i personaggi nella vita reale...
Non ne ho la minima idea... Certo che approcci amorosi in una tomba piena di puzza di pipistrello... Non arenarti per il Weekend !!!
Baci da Tebe Ovest, Nonnabella

Francesco Tiradritti ha detto...

Non ti preoccupare, Isabella...
Una delle prossime puntate del blog (non del racconto) è dedicata a luoghi che ti sono cari e familiari...
Come ti invidio. Vorrei essere ancora giù.

Baci

Anonimo ha detto...

Io so che é vera la storia, e c`é tanto da raccontare

speriapo tutte le puntate

Anonimo ha detto...

Non so di chi si parli...ma farò lavorare la fantasia...chissà che ci pigli....